8 marzo senza festa donne in trincea per responsabilità
La festa delle donne senza festa. E come potrebbe esserlo, con il virus che allontana, disorienta e stravolge tutto, anche il calendario. L'8 marzo nel bel mezzo dell'epidemia e quindi niente piazze, cortei di protesta e nemmeno convegni, rassegne e manifestazioni. L'emergenza impone nuovi modi di vivere e di pensare, saltano gli appuntamenti, c'è poca voglia di mimose e di slogan. Meno coreografie e qualche riflessione in più e tanta solidarietà, come impongono questi tempi incerti. E magari sarà anche l'occasione per fare un passo avanti e restituire alla festa un senso nuovo e più attuale. Tante donne in prima linea a combattere il contagio, tante mamme che non sanno come fare in questi giorni con le scuole chiuse, i nonni ko e comunque da proteggere, le baby-sitter introvabili e tante sorelle, mogli e figlie impegnate a prendersi cura degli altri, ora come non mai. Come non pensare soprattutto a loro.
scritto da Maria Lombardi, pubblicato in Il Messaggero del 8 marzo 2020
snippet e segnalazione di Alessandro Bruni
Detto questo, tuttavia non possiamo dimenticare che:
Il mondo rimane un luogo pericoloso per le donne, vittime di violenza e discriminazione
Venticinque anni dopo la storica Conferenza sulle donne a Pechino (Cina), una pietra miliare nello sviluppo della parità dei diritti delle donne, un nuovo rapporto delle Nazioni Unite ha rivelato che la violenza sulle donne è ancora una realtà comune e largamente diffusa.
Sebbene in questi anni si siano registrati notevoli progressi in positivo riguardo alla problematica della discriminazione delle donne nel campo dell’istruzione, non si può affermare altrettanto per quando riguarda lo sviluppo, che sarebbe dovuto essere stato di pari passo, di un ambiente sociale equo e meno violento nei loro confronti.
La fondazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF), insieme all’ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile e (UN Women) e all’organizzazione umanitaria non governativa “Plan International”, fondata in Spagna nel 1937, hanno portato alla luce questa problematica nel loro rapporto intitolato “A New Era for Girls” , un bilancio di 25 anni di progressi verso l’uguaglianza di genere.
“Venticinque anni fa, le organizzazioni governative mondiali hanno preso un impegno verso il gentil sesso, ma lo hanno mantenuto solo in parte “, ha segnalato il direttore esecutivo dell’UNICEF Henrietta Fore.
Il rapporto ha evidenziato che nel 2016,le donne rappresentavano il 70% delle vittime della tratta di esseri umani a livello mondiale e la maggior parte di questa percentuale è destinate allo sfruttamento sessuale.
“Finché sarà radicato fortemente nelle nostre culture lo stereotipo della donna casalinga che deve occuparsi della casa e della famiglia non si otterrà mai un pari livello di trattamento e di opportunità tra i due sessi e inevitabilmente la donna si troverà sempre in una posizione di inferiorità; trovando difficolta a trasferire le proprie competenze acquisite in una buona scuola ad un buon lavoro a tempo indeterminato, in un ambiente dove venga trattata a parità di diritti e rispetto dei colleghi uomini.
Inoltre, una ragazza su venti tra i 15 e i 19 anni ha subito uno stupro nella sua giovane vita.
“Il mondo ha raccolto la volontà politica di fornire e garantire un istruzione scolastica adeguata a un numero sempre più elevato di ragazze in moltissime aree del nostro pianeta, ma non è riuscito a dare il sostegno necessari, non solo per plasmare il proprio destino, ma anche per vivere in sicurezza e dignità”, ha dichiarato il capo dell’UNICEF.
Rallentamenti sulla via della parità di diritti
Il rapporto è stato lanciato in linea con la campagna Generation Equality (diritti delle donne per un futuro equo) allo scopo di avviare un dibattito globale sulla lotta per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere in tutti i settori e in secondo luogo per celebrare il 25° anniversario della Dichiarazione di Pechino.
“Da quando nel 1995 a Pechino, si è fatta luce sulle problematiche delle “donne”, abbiamo visto un’evoluzione verso un affermazione dei loro diritti. Un’affermazione dei diritti della donna sempre più forte e siamo tenuti a renderne conto”, ha dichiarato il direttore esecutivo di UN Women, Phumzile Mlambo-Ngcuka. “Ma il mondo non ha tenuto il passo con le loro aspettative; una gestione responsabile del pianeta, una vita senza violenza e la speranze di indipendenza economica per ogni donna”.
Le ragazze di oggi non sono al sicuro né a scuola, né a casa, né online, né nelle loro comunità, con conseguenze fisiche, psicologiche e sociali devastanti.
“Una nuova era per le ragazze” sottolinea anche alcune pratiche dannose come il matrimonio infantile e le mutilazioni genitali femminili (MGF), che continuano a sconvolgere e a danneggiare la vita di milioni di ragazze in tutto il mondo.
Secondo il rapporto, ogni anno si stimano 12 milioni di spose bambine e quattro milioni a rischio di MGF. Inoltre le ragazze di età compresa tra i 15 e i 19 anni hanno la stessa probabilità di giustificare la violenza domestica dei ragazzi della stessa età.
“Per il bene di tutti questo deve cambiare. Oltre a fare in modo che le competenze che le ragazze acquisiranno nei vari istituti di formazione scolastica siano adatte ai nuovi lavori tecnologici e digitali del futuro, occorre anche che la violenza contro di loro finisca”.
79 milioni di ragazze in meno sui banchi di scuola.
Il rapporto ha rilevato inoltre che negli ultimi 20 anni il numero di ragazze non istruite è diminuito di 79 milioni e che nell’ultimo decennio si è visto un numero maggiore di ragazze che frequentano la scuola secondaria rispetto ai ragazzi.
E’ stata anche sottolineata la tendenza negativa per le ragazze in materia di alimentazione e salute; ad esempio, la globalizzazione ha spostato le diete tradizionali verso cibi più elaborati e malsani e le tecniche di marketing aggressive rivolte ai bambini ne hanno alimentato il consumo insieme alle bevande zuccherate.
“L’accesso all’istruzione non è sufficiente”, ha affermato il capo dell’UNICEF, aggiungendo: “Dobbiamo anche cambiare i comportamenti e gli atteggiamenti delle persone nei confronti delle donne”.
Nel frattempo, crescono le preoccupazioni per la loro salute mentale, in parte aggravate dall’uso eccessivo della tecnologia digitale. A New Era for Girls ha rivelato che il suicidio è attualmente la seconda causa di morte tra le adolescenti, superata solo dal numero delle ragazze rimaste incinta.
Nel rapporto è stato anche messo in luce un elevato rischio di infezione sessualmente trasmissibile; circa 970.000 ragazze tra i 10 e i 19 anni convivono oggi con l’HIV – che rappresenta circa i 3/4 delle nuove infezioni tra gli adolescenti di tutto il mondo – rispetto alle 740.000 ragazze del 1995.
“La vera uguaglianza arriverà solo quando tutte le donne saranno al sicuro dalla violenza, libere di esercitare i loro diritti e potranno godere di pari opportunità”, ha concluso il direttore esecutivo dell’UNICEF.
Othernews del 7 marzo 2020, tradotto da Michele Giammarini, pubblicato in Pressenza