Andrea Magherini, fratello di Riccardo, ha reso pubbbliche oggi in Senato le foto del fratello morto nella notte tra il 2 e il 3 marzo scorso, dopo essere stato bloccato dai carabinieri mentre “dava in escandescenze”.
Per la Procura della Repubblica di Firenze queste erano state provocate dall'assunzione di cocaina.
I video e le foto sono stati presentati in Senato in una conferenza stampa che vedeva presenti Luigi Manconi e l'avvocato Fabio Anselmo (il legale che ha seguito il caso di Federico Aldrovandi e di altri episodi simili) nominato legale della famiglia.
I video e le foto sono stati presentati in Senato in una conferenza stampa che vedeva presenti Luigi Manconi e l'avvocato Fabio Anselmo (il legale che ha seguito il caso di Federico Aldrovandi e di altri episodi simili) nominato legale della famiglia.
Le immagini di Riccardo Magherini ci restituiscono alla memoria quelle di Federico, di Cucchi, di Uva e di tanti, troppi, altri. Secondo alcune testimonianze, due dei quattro carabinieri intervenuti avrebbero dato dei calci a Magherini mentre era a terra, ammanettato a faccia in giù, con le braccia dietro la schiena e a torso nudo a conferma delle voci che hanno parlato di un fermo violento in una strada di Firenze
Ma perché pubblicare foto così crude? Perché partecipare - involontariamente, certo - alla spettacolarizzazione indotta dal modo di fluire della comunicazione? Per inceppare il meccanismo scattato immediatamente dopo la morte di Magherini. Manconi si riferisce a lui e a uomini morti in questo modo come persone dalla «doppia morte», uccise dalla morte violenta e poi uccise con un'operazione di riscrittura della propria biografia, «enfatizzando o inventando elementi che possano compiere l'opera di degradazione della vittima».
Le foto dell'autopsia di Riccardo Magherini, sebbene sia stata condotta in modo «così approssimativo e superficiale», dice ancora Manconi, da dover essere ripetuta quanto prima. Anche questo fa parte di quella costruzione della verità putativa iniziata con indagini avviate dagli stessi carabinieri coinvolti nei fatti di qu comella sera.
E proseguita poche ore dopo con giornalisti compiacenti che riportavano testimonianze anonime che descrivevano un contegno quasi non violento dei carabinieri
Ma perché pubblicare foto così crude? Perché partecipare - involontariamente, certo - alla spettacolarizzazione indotta dal modo di fluire della comunicazione? Per inceppare il meccanismo scattato immediatamente dopo la morte di Magherini. Manconi si riferisce a lui e a uomini morti in questo modo come persone dalla «doppia morte», uccise dalla morte violenta e poi uccise con un'operazione di riscrittura della propria biografia, «enfatizzando o inventando elementi che possano compiere l'opera di degradazione della vittima».
Le foto dell'autopsia di Riccardo Magherini, sebbene sia stata condotta in modo «così approssimativo e superficiale», dice ancora Manconi, da dover essere ripetuta quanto prima. Anche questo fa parte di quella costruzione della verità putativa iniziata con indagini avviate dagli stessi carabinieri coinvolti nei fatti di qu comella sera.
E proseguita poche ore dopo con giornalisti compiacenti che riportavano testimonianze anonime che descrivevano un contegno quasi non violento dei carabinieri