Riforma elettorale, c'è l'ok di Berlusconi: Italicum solo alla Camera

Dopo il vertice di Palazzo Grazioli il Cavaliere ribadisce piena collaborazione sulla legge elettorale e una chiara opposizione sui temi economici e sociali, "a partire dalla necessaria riduzione della pressione fiscale e del peso dello Stato, ci rende naturalmente alternativi alla sinistra"
Il dado è tratto: Berlusconi conferma di voler andare avanti rispetto all'accordo sulle riforme raggiunto alcune settimane fa con il leader del Pd, Matteo Renzi.
"Confermiamo integralmente l’accordo pubblicamente realizzato, senza alcun patto segreto, come maliziosamente insinuato da alcuni organi di stampa". Accordo confermato anche dal premier Matteo Renzi che, in una conferenza stampa a Tunisi, ha ribadito l'importanza di avere un vincitore certo: "E questo è garantito dall’ Italicum. Il fatto che il Senato abbia o meno una propria legge elettorale è secondario, perché il Senato verrà abolito".
In una nota il Cavaliere spiega: "Prendiamo atto con grave disappunto della difficoltà del Presidente del Consiglio di garantire il sostegno della sua maggioranza agli accordi pubblicamente realizzati. Come ulteriore atto di collaborazione, nell'interesse del Paese, Forza Italia è pronta a un percorso riformatore verso un limpido bipolarismo e un ammodernamento dell'assetto istituzionale, manifestiamo la nostra disponibilità ad una soluzione ragionevole che, nel disegnare la nuova legge elettorale, ne limiti l'efficacia alla sola Camera dei Deputati, accettando lo spirito dell'emendamento 2.3".  In pratica Berlusconi dice sì alla bozza di riforma che prevede l'Italicum solo per la Camera.
"Ribadiamo piena collaborazione su questo piano (riforma elettorale, ndr) e una chiara opposizione sui temi economici e sociali, a partire dalla necessaria riduzione della pressione fiscale e del peso dello Stato, ci rende naturalmente alternativi alla sinistra".
Stamani Renzi aveva parlato con ottimismo della riforma, dicendo che è irreversibile: "Ce la facciamo, la portiamo a casa. E sarà una vera rivoluzione". Lo aveva scritto su Twitter rispondendo ad una domanda postagli dal direttore di Vanity Fair in merito alla frenata di Forza Italia sull’Italicum legato alla riforma del Senato. Giovanni Toti, consigliere politico di Berlusconi, dalle colonne di Repubblica lo aveva messo in guardia: "Renzi deve stare attento. Sta dilapidando nel giro di poche settimane l’enorme credito che aveva acquisito nei confronti del Paese, dei suoi elettori e delle altre forze politiche. Noi ci siamo fidati di lui. Se saltasse l’accordo, allora tutto tornerebbe in discussione e anche la nostra linea muterebbe repentinamente".
"Mi sembra che abbia prevalso la ragionevolezza", afferma il coordinatore del Nuovo centrodestra Gaetano Quagliariello, che apprezza l’ok di SBerlusconi alla riforma."Noi - sottolineato a Sky Tg24 - le riforme vogliamo farle. Vogliamo farle possibili e serie. Avremmo fatto ridere il mondo a fare una riforma inapplicabile per il Senato. Così invece le riforme si possono fare. E anche in tempi brevi. E per quanto riguarda il mio partito per la riforma del Senato si può partire anche domani mattina: la nostra proposta è agli atti"