L'uso degli strumenti di intelligenza artificiale da parte di non professionisti: un rischio energetico sottovalutato

 

Negli ultimi anni, l’accesso agli strumenti di intelligenza artificiale (IA) è diventato sempre più semplice e diffuso. Piattaforme come ChatGPT, Midjourney, Copilot o DALL·E sono oggi alla portata di chiunque abbia una connessione internet. Tuttavia, dietro l’apparente facilità d’uso si nasconde un problema poco discusso ma significativo: il crescente consumo energetico causato dall'uso inefficiente dell’IA da parte di utenti non esperti.

L'illusione della semplicità

Molti strumenti di IA sono progettati per sembrare user-friendly e intuitivi. Ma, come qualsiasi tecnologia avanzata, il loro corretto utilizzo richiede comprensione delle dinamiche sottostanti: limiti, bias, logica operativa, e modalità di ottimizzazione. Quando questi strumenti vengono impiegati in modo superficiale, senza una reale consapevolezza, si generano richieste ridondanti, iterazioni inutili, o peggio, risultati errati che devono essere rifatti da capo.

L'effetto moltiplicatore del consumo energetico

Ogni richiesta fatta a un modello di IA – che si tratti di generare testo, immagini o codice – attiva server potenti in data center che consumano grandi quantità di energia. Quando l’utente non sa cosa chiedere, riformula più volte, sperimenta senza obiettivi chiari o ottiene output inutilizzabili, si moltiplica inutilmente il numero di operazioni computazionali.

Per esempio, un prompt vago seguito da decine di tentativi di correzione può consumare in pochi minuti l’energia necessaria per alimentare un computer portatile per ore. Su scala globale, l’uso inconsapevole dell’IA da parte di milioni di utenti amplifica enormemente l’impronta ecologica di questi strumenti.

Mancanza di formazione, non di potenziale

Il problema non è l'accessibilità dell'IA, ma la mancanza di una cultura digitale adeguata. Le scuole, le aziende e i media promuovono l’adozione dell’intelligenza artificiale, ma spesso senza accompagnarla con una formazione di base su come funziona, cosa può (e non può) fare, e quali sono i costi – anche ambientali – del suo utilizzo.

Verso un uso più sostenibile

Per ridurre l’impatto ambientale dell’IA è necessario:

  • Educare gli utenti a formulare richieste chiare ed efficienti.

  • Progettare interfacce che aiutino a capire cosa sta succedendo "dietro le quinte".

  • Diffondere consapevolezza sul consumo energetico legato all’utilizzo di questi strumenti.

  • Favorire l'accesso a modelli più leggeri per attività semplici, lasciando i modelli più grandi solo ai casi realmente necessari.

L’IA può essere un potente alleato, ma solo se usata con intelligenza – anche energetica. La democratizzazione dell’accesso tecnologico non può prescindere dalla responsabilità e dalla consapevolezza dei suoi costi.