Parthenope – Il Sogno, l’Illusione e il Tempo che Si Ferma
Parthenope di Paolo Sorrentino è un film che cattura con straordinaria delicatezza il passaggio inesorabile dalla giovinezza all’età adulta, dalla smania di vivere alla dolce malinconia del ricordo. È un’opera che non si limita a raccontare, ma accarezza e scolpisce le emozioni, restituendo un senso profondo al tempo che scorre. La protagonista, Parthenope, attraversa le stagioni della vita con la grazia e il tormento di chi scopre che la giovinezza non è eterna, ma un’illusione necessaria. All’inizio, tutto è forte, impetuoso, vorace: la vita è un gioco senza limiti, un sogno da divorare con ardore. Ma poi, come un fulmine improvviso, arriva il momento in cui la corsa si ferma. Il lavoro dei sogni si conclude, la pensione diventa la soglia di un tempo che sembra immobile, e quell’ultima freccia della giovinezza si perde nell’aria. Sorrentino riesce a tradurre tutto questo in immagini di struggente bellezza: Napoli diventa il riflesso di un’anima, luminosa e decadente, pulsante e sospesa tra presente e passato. La fotografia di Daria D’Antonio e le musiche scelte con cura amplificano la poesia della narrazione, accompagnando lo spettatore in un viaggio che non è solo nella vita di Parthenope, ma in quella di chiunque abbia mai vissuto l’ebbrezza della giovinezza e la nostalgia del tempo che fugge. Ed è proprio in questa consapevolezza che si trova la vera bellezza del film: nella capacità di trasformare la malinconia in una nuova forma di eternità. Perché se è vero che l’illusione della giovinezza si dissolve, è altrettanto vero che il suo ricordo continua a illuminare l’anima. --- L’ultima freccia Giovinezza sfacciata, ardente e feroce, mangia il mondo a morsi, senza mai saziarsi, crede eterna la corsa, infinita la luce, ignora il tempo, non teme fermarsi. Il lavoro è un sogno, il successo un’illusione, un volo sfrontato sopra l’eternità, ma il giorno svanisce senza preavviso, e resta soltanto la sua scia. Poi il tempo si blocca, la corsa rallenta, la smania si spegne, si fa nostalgia, e l’ultima freccia, scagliata nel vento, si perde nel vuoto della malinconia. E allora capisci, con occhi diversi, che l’eterno era solo un gioco di luci, che l’illusione era la più vera delle verità, e che il cuore, pur quieto, continua a bruciare.