La figlia ha 36 anni e da quando ne aveva 18 è iscritta alla facoltà di Medicina senza riuscire a laurearsi. Il padre ritiene che sia arrivato il momento di non versarle più l’assegno mensile.
Il presidente del Tribunale gli dà torto e conferma l’accordo fatto al momento della separazione, ma il giudice Carla Hubler, nel corso del processo del processo civile avviato con l’istanza di divorzio, sospende con un’ordinanza l’assegno di contributo al mantenimento della figlia.
“Tenuto conto dell’età della figlia, del tempo trascorso dall’iscrizione all’università, dal tenore della documentazione sul percorso e sullo stato di avanzamento degli studi, va «sospeso l’assegno di contributo al mantenimento della figlia in ragione del principio di autoresponsabilità, atteso che è già trascorso quantomeno il doppio del tempo previsto per il corso di laurea”, si legge sul Corriere del Mezzogiorno.
La figlia, che si è iscritta all’università nel lontano 2006, ha ricevuto fino a oggi 300 euro al mese. Benché più volte abbia detto di essere vicina alla laurea, il traguardo non è mai stato raggiunto.
La 36enne si è giustificata dicendo di non essere finora riuscita a conseguire la laurea in quanto depressa. I legali del bancario hanno anche contestato l’autenticità del libretto universitario. La figlia, alla quale il padre ha donato anni fa un appartamento del valore di circa 300mila euro, non ha mai neppure cercato un lavoro.